la rete ecologica dell’Alto Sebino

IL PROGETTO

l progetto “Facciamo Rete nell’area dell’Alto Sebino – Connettere per conoscere e fruire il nostro territorio”, promosso dalla Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi in partenariato con la Onlus “Amici del Museo di Scienze Naturali”, si è posto come obiettivo principale quello di preservare, ove esistente, o ricreare, ove mancante, il collegamento tra habitat importanti per la biodiversità, di cui il territorio dell’Alto Sebino è particolarmente ricco.

Per fare ciò, è stato realizzato uno studio di fattibilità che delinea la struttura della Rete Ecologica per il territorio dell’Alto Sebino e individua gli interventi necessari per la sua realizzazione e valorizzazione.

Poiché per progettare qualsiasi intervento di miglioramento è necessario prima studiare e conoscere l’ambiente in cui si vuole agire, in primo luogo è stato realizzato un quadro conoscitivo aggiornato di tutte le caratteristiche dell’area di studio, illustrante i risultati dell’analisi ambientale realizzata attraverso lo svolgimento di specifiche indagini in campo e dell’analisi urbanistica attuata consultando gli strumenti di pianificazione territoriale vigenti a livello comunale e provinciale.

Sulla base di questo quadro conoscitivo è stata elaborata la proposta di Rete Ecologica Sovracomunale (RES), estesa su tutti gli 11 comuni coinvolti nel progetto, che individua gli elementi costituenti la rete e le criticità che ne limitano la funzionalità ecologica e ne incrementano la frammentazione. Lo schema di rete proposto è stato tradotto in carte tematiche a diverse scale geografiche che visualizzano i vari elementi che compongono il sistema di relazioni ecologiche e i suoi punti critici.

Oltre all’identificazione degli elementi principali della rete ecologica, Core Areas, Buffer Zones e Corridoi ecologici, sono state individuate le criticità che minacciano la conservazione degli elementi di pregio della RES e definiti gli interventi che possono essere realizzati per contrastare queste minacce.

Gli interventi sono proposti con finalità specifiche:

  • il contrasto agli incidenti stradali per attraversamento della fauna;
  • la deframmentazione del corridoio ecologico del Torrente Borlezza;
  • la rinaturalizzazione del corridoio ecologico del Torrente Oneto;
  • il miglioramento degli ambienti umidi nell’area del Parco Gola del Tinazzo.

con lo scopo ultimo di contrastare la frammentazione degli habitat e quindi di rafforzare o ricreare la connessione ecologica tra le aree naturali del territorio.

 

LA RETE ECOLOGICA DELL’ALTO SEBINO

Nel territorio dell’Alto Sebino numerose sono le Core Areas che formano una matrice naturale primaria in grado di costituire sorgenti di diffusione per elementi di interesse ai fini della biodiversità. I principali serbatoi di biodiversità sono, infatti, costituiti da quelle aree in cui l’ambiente ha caratteristiche naturali di elevata estensione (come i contesti di elevato valore naturalistico o i versanti boscati), di differenziazione degli habitat presenti (ad esempio le zone con alternanza delle aree boscate a prati, praterie polifite, pascoli e aree umide), di continuità tra le unità ecosistemiche presenti, oltre alle aree rilevanti per la biodiversità (come le cosiddette Aree prioritarie per la biodiversità) o per i connotati naturalistici (ad esempio le aree di alta quota). Si tratta, in tutti i casi, di categorie di unità ambientali di rilevanza intrinseca.

In questo elemento strutturale importante della rete ecologica dell’Alto Sebino sono, quindi, compresi tutte le aree boscate, i pascoli e gli ambiti agricoli d’alta quota, le aree montane d’alta quota, il Lago d’Iseo, il tratto finale del Fiume Oglio prelacuale (foce Oglio) con la relativa zona umida, i Laghi di Endine e di Gaiano.

Una Core area di rilevanza assoluta è rappresentata dalla Riserva Naturale Valle del Freddo, che rientra anche nella RETE NATURA 2000 in qualità di ZSC. Si tratta di un elemento di forte valenza ambientale e naturalistica, viste le peculiarità microtermiche che contraddistinguono la valle.

Nel territorio, le Buffer zones sono costituite da tutte quelle aree di interesse naturalistico che possono rappresentare elementi di connettività ecologica in ambito locale. Sono aree agricole di frangia a ridosso degli abitati, che fungono da cuscinetto tra gli ambienti naturali e quelli antropici, o aree agricole inserite in contesti naturali, ossia a ridosso di nuclei boscati o distanti dai principali agglomerati urbani, che svolgono un ruolo significativo di appoggio per possibili ricolonizzazioni del territorio antropizzato.

Le Stepping stones sono rappresentate da unità di habitat favorevole che possono svolgere funzione di appoggio, come ad esempio tutti quegli ambiti agricoli (quindi anche i prati permanenti e seminativi) ricompresi nei centri abitati, o comunque nelle loro immediate vicinanze, in grado di fungere da zona di breve permanenza e di passaggio verso ambienti di fondovalle più naturali, e da qui a quelli collinari e pedemontani.

L’obiettivo della permeabilità ecologica richiede che i gangli e le strutture naturalistiche di primo (Core areas) e secondo (Buffer zones e Stepping stones) livello siano tra loro interconnessi attraverso la presenza di corridoi ecologici, che possano consentire il transito di specie di interesse. Si tratta di elementi longitudinali di elevata naturalità che collegano differenti aree tra loro separate, con il compito di consentire la diffusione spaziale di specie altrimenti incapaci di rinnovare le proprie popolazioni locali. Sono, quindi, linee di connettività ambientale entro cui gli individui vaganti possono muoversi per passare da un habitat favorevole ad un altro (fasce o macchie boscate, filari, agroecosistemi). Requisito fondamentale dei corridoi è il mantenimento della continuità di connessione, che non sempre corrisponde ad uno sviluppo ininterrotto di elementi naturali, ma che può essere garantita anche dalla presenza dei già citati Stepping stones, elementi puntuali che funzionano come punto di appoggio temporanei dei corridoi della rete ecologica.

Tra i più importanti corridoi ecologici vi sono i corridoi fluviali. Il Fiume Oglio costituisce un corridoio fluviale primario, nell’area vasta sono inoltre presenti corridoi fluviali secondari legati a corsi d’acqua minori.

 

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